25 Giugno 2022
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La ricerca dell’equilibrio

Nel 1958 esce “Esperienze pastorali”. Prima del ritiro dalle stampe sono in molti a leggerlo, specie giovani preti che ne ricevono una ventata di novità. È il caso di don Antonio, un giovane prete di La Spezia che scrive a don Lorenzo tutto infervorato e desideroso di dare fuoco al mondo. La risposta del Priore del 20.05.1959, come al solito lapidaria, lo riconduce con i piedi per terra.

Caro Antonio,

mi fa piacere che il mio libro ti abbia insegnato qualcosa. L’ho scritto proprio per questo scopo per turbare le anime e specialmente quelle dei giovani preti e dei seminaristi. […]. C’è chi trova l’equilibrio conformandosi all’ambiente, e allora è facile ma vile e non lo invidiamo. E c’è chi rompe con l’equilibrio conformista e si turba alla lettura o alla visione di ingiustizie, di falsità, di errori e si butta a pensare con la sua testa, a urtarsi con le persone pacifiche, con le usanze ecc… ma allora nasce urgentemente il problema dell’equilibrio.

Perché sulla via maestra del conformismo non si casca mai, mentre sul filo teso dello sporgersi verso i lontani l’equilibrio è un’arte che tutta una vita non ci basterà per apprendere bene. […]. Se la scoperta del male deve prendere tanto posto nella nostra vita da non sapere più guardare con un sorriso divertito e affettuoso tutte le cose buone che pur esistono nel mondo e nella Chiesa, allora meritava non scoprirlo.

Rovistiamo dunque negli errori di casa nostra solo quel tanto che basa per non ripeterli noi, quel tanto che basta per contribuire anche noi senza falsa umiltà all’educazione e istruzione dei nostri confratelli e superiori compresi i Vescovi e il Papa (che hanno bisogno come tutti e forse più di tutti). Ma dopo aver ottenuto questi due scopi basta, non ne parliamo più, ci si può far sopra anche una risata divertita.

Se prendiamo il volto tragico della catastrofe, vuol dire che non crediamo in Dio e nella Provvidenza, vuol dire che non siamo in grazia di Dio. […] Una persona che possiede la pace e la sa difendere e che anche se fa polemica frizzante anzi sferzante non fa come quel cocchiere che per frustare meglio un cavallo si sporse troppo e casco di cassetta. E neanche come quello che non frustava nessuno e vendette la frusta. Insomma una cosa giusta.

Combattivi fino all’ultimo sangue e a costo di farsi relegare in una parrocchia di 90 anime in montagna e di farsi ritirare i libri dal commercio, sì tutto, ma senza perdere il sorriso sulle labbra e nel cuore e senza un attimo di disperazione o di malinconia o di scoraggiamento o di amarezza. Prima di tutto c’è Dio e poi la Vita Eterna.

Un saluto affettuoso e a presto,

tuo Lorenzo