Dottrina sociale della Chiesa: una Chiesa esperta in umanità

Accanto al riferimento fondamentale e indispensabile della Parola, un altro pilastro su cui si costruisce l’agire del Progetto Policoro è la Dottrina Sociale della Chiesa.

Nata a fine ‘800 con la Rerum Novarum di Leone XIII, enciclica con cui la Chiesa affronta per la prima volta i problemi sociali del tempo (l’industrializzazione e il capitalismo), nel corso della storia la Dottrina Sociale si è arricchita di documenti che trattano temi quali la pace, la giustizia, l’ecologia integrale, il lavoro e la famiglia. Ne emerge l’immagine di una Chiesa “esperta in umanità” – come dirà Papa Paolo VI nella Populorum Progressio (1967) – che, incarnando di volta in volta i principi cristiani nella concretezza del contesto storico di riferimento, si occupa dell’uomo, della sua dignità, della sua partecipazione alla vita sociale e lavorativa.

Tra i temi centrali del magistero ecclesiale emerge il binomio lavoro e dignità, affrontato, non da ultimo, anche da Papa Francesco nella Laudato si’ (2015), nelle cui pagine, oltre al rapporto tra uomo, ambiente e cura del Creato, è riaffermato il diritto all’occupazione come diritto primario.

lavoro e magistero

 

Sulla stessa scia anche l’enciclica Fratelli tutti (2020) in cui si legge: “ciò che è veramente popolare – perché promuove il bene del popolo – è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno (…) Per quanto cambino i sistemi di produzione, la politica non può rinunciare all’obiettivo di ottenere che l’organizzazione di una società assicuri ad ogni persona un modo di contribuire con le proprie capacità e il proprio impegno. Infatti, «non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro».”

Nonostante i cambiamenti politici, sociali e culturali trascorsi, la Dottrina Sociale della Chiesa appare come un testo “moderno”, in grado di offrire agli animatori e alle animatrici di comunità del Progetto Policoro un valido strumento per comprendere i propri talenti e metterli al servizio del territorio. L’Animatore di Comunità, consapevole dei mutamenti che il mondo del lavoro ha attraversato e continua ad attraversare, è dunque chiamato a trarre dagli scritti della Chiesa i principi basilari della dignità umana, della sussidiarietà, della partecipazione, per poi calarli nella realtà della Diocesi che è chiamato ad abitare e servire.