23 Agosto 2023
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Diario di bordo #1

22 agosto 2023
È l’alba. C’è aria di partenza nell’aria. C’è desiderio di nuovi inizi e di percorsi non ancora battuti.
Con il nostro zaino in spalla, con i bastoni da trekking (o altri di fortuna donati dalla Provvidenza durante il cammino), con gli scarponcini (o i sandali per qualcuno più audace) ai piedi.
È così che iniziamo la nostra avventura per la Via Francigena: Fratelli di strada insieme ad altri pellegrini sul nostro stesso sentiero. Tra discese e salite, vigneti da costeggiare e piccoli rivi da guadare, abbiamo cominciato a misurarci il passo, a conquistare metro dopo metro e chilometro dopo chilometro il nostro viaggio verso la meta odierna: Colle Val d’Elsa.
Il sole viaggia con noi, e più noi ci inoltriamo tra boschi e scarpate, più lui si alza nel cielo rendendo un ricordo il fresco assaporato ai primi raggi del giorno.
Procediamo insieme, come un gruppo che cerca nel frattempo di conoscersi e scoprirsi, raccontandosi passo dopo passo le gioie e le difficoltà, i timori e le speranze.
Vedere da lontano le torri di San Gimignano ci fa ammirare ancora di più la bellezza del percorso già fatto e ci fa sentire pieni di fiducia.
Lasciamo poco dopo il sentiero e ritorniamo sull’asfalto, mentre i dintorni si risvegliano e le persone del luogo vanno a lavorare. Accanto alla loro routine procede la nostra route, si sfiorano le vite e ogni incrocio può diventare incontro. Arrivare a Colle Val d’Elsa è dolce sollievo: ci siamo riusciti, insieme.
Questo cammino del corpo diventa anche viaggio spirituale.
Nel pomeriggio rileggendo Fratelli tutti (95-100) riscopriamo come da soli il mondo è monocromatico e spento: c’è bisogno dei colori di tutti per oltrepassare l’indifferenza e riconoscersi fratelli. C’è bisogno di menti nuove e cuori aperti per accogliere l’altro oltre ogni frontiera, geografica o esistenziale, come ci ricorda anche il dialogo con Don Doriano Carraro (Direttore diocesano Migrantes – Siena) che fa dell’integrazione il vero perno dell’accoglienza sincera. I fratelli non si scelgono, eppure nell’amicizia sociale riconosciamo tali tutti i popoli, come fratelli donati da Dio. La fraternità non può che passare dalla carità e dalla cura e questa route ci aiuterà a farlo, a camminare a fianco agli altri custodendoli perché possiamo leggere in ciascuno il sogno prezioso che Dio ha avuto donandoli al mondo.