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Quarto giorno della Formazione nazionale

La quarta giornata di formazione ad Assisi si è incentrata su 3 parole-chiave: snodo, nido, nodo.

A partire dalla lectio di don Bruno Bignami, abbiamo continuato a riflettere sul brano del vangelo di Giovanni, in cui il Battista gioca il ruolo di “tutor” del Progetto Policoro o dell’animatore senior, che prepara la strada.

Chi fa da “snodo” per gli altri, ovvero offre prospettive e dà indicazioni, può creare “nodi”, quindi relazioni.

Così come Gesù fa con noi: sta nella nostra vita, la abita. Questo diventa condizione di partenza per credere.

La fede è relazione con Gesù, non conquista. Lui invita e immette chi lo segue nella sua quotidianità, rendendo speciale quel momento di incontro, che resta impresso con precisione nella memoria e nella rilettura della propria storia.

Anche gli AdC possono essere promotori di momenti di grazia e “rivelazione” per i giovani che incrociano, incoraggiandoli a cambiare direzione o destinazione, per realizzare pienamente se stessi.

Progettare diventa allora possibilità concreta per avviare processi, più che occupare spazi.

È importante imparare ad abitare i luoghi, cioè a stare dentro le cose, ad assumere abitudini che li possano caratterizzare.

Lucia Surano ha così recuperato l’accezione con cui il Papa usa il termine “abitare“: stare, anzi, sostare. Avere dunque la consapevolezza del fermarsi, per tradurre poi la progettazione in azioni concrete e implementare processi che incidano nella comunità.

Vera Pellegrino, che collabora con la Caritas, ha precisato il senso e l’importanza della ricerca prima di progettare, distinguendo tra quantitativa e qualitativa. La seconda è sicuramente la più interessante perché approfondisce temi e aspetti poco conosciuti, studia le parole e i concetti e fa conoscere le storie di vita, mettendo in luce le dinamiche e le ragioni che sono causa dei fenomeni stessi che si indagano.

Fondamentale per generare percorsi nuovi e spezzare la catena dell’ereditarietà del senso di sconfitta o rassegnazione è sentirsi accompagnati. Di qui l’impegno degli AdC a farsi compagni di strada dei giovani che a loro si rivolgono per camminare insieme verso la pienezza e la volontà sempre viva di andare incontro al Signore per essere accompagnati a loro volta.

In questo “andare verso“, il pomeriggio ad Assisi tra luoghi e scenari, è stata cornice ideale per salutare gli AdC che hanno concluso il loro incarico e che restano comunque lievito per le comunità di appartenenza. A loro è stato consegnato il mandato di AdC senior, con l’augurio di proseguire il cammino di vita e di formazione.

Susanna De Candia, AdC  III anno ,Molfetta