17 Luglio 2009
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Progetto Policoro all’Aquila – “Agenzia SIR”

Il SIR (Servizio Informazione Religiosa) ha pubblicato, venerdì scorso, tre articoli sulla realtà del Progetto Policoro nei luoghi del terremoto.

Riportiamo di seguito gli articoli di venerdì 17 luglio 2009 nella gioia della condivisione dei vari germogli che il progetto sta coltivando in queste terre.

– ABRUZZO: PROGETTO POLICORO, A L’AQUILA UN “PUNTO DI RIFERIMENTO” PER I GIOVANI “DISORIENTATI”

– ABRUZZO: L’AQUILA, NUOVE IDEE E PROGETTI PER LA COOPERATIVA SOCIALE “ALAURO”

– ABRUZZO: DIOCESI (PASTORALE DEL LAVORO), “I GIOVANI PROTAGONISTI DELLA RICOSTRUZIONE”
SIR – Venerdì 17 luglio 2009 – 13:15 – ABRUZZO: PROGETTO POLICORO, A L’AQUILA UN “PUNTO DI RIFERIMENTO” PER I GIOVANI “DISORIENTATI”

“I giovani sono oggi più che mai disorientati dal clima di incertezza che si respira a L’Aquila. Il terremoto ha, infatti, alimentato le preoccupazioni sulla possibilità di trovare lavoro, compare una casa o costruire una famiglia. Problemi che a causa della crisi economica esistevano già prima del 6 aprile”. A parlare al Sir è Augusto Ippoliti, responsabile diocesano del Progetto Policoro (www.progettopolicoro.it). Un’iniziativa della Cei nata nel 1995 dalla collaborazione dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dal Servizio Nazionale di pastorale giovanile e dalla Caritas Italiana per “tentare di offrire una risposta concreta al problema della disoccupazione del Sud Italia”. Da quella esperienza è nata una rete di Animatori delle Comunità, operatori diocesani impegnati “per evangelizzare e stimolare l’avvio di attività produttive da parte dei giovani, promuovendo le iniziative di lavoro comunitario e di solidarietà”. Il Progetto è stato attivato a L’Aquila nel 2005 con l’inizio della formazione degli Animatori di Comunità. “In un momento come questo – spiega Ippoliti – è importante offrire ai giovani punti di riferimento che gli accompagnino in una fase delicata in cui sono chiamati a scegliere se restare, provando a ricostruire qualcosa con le loro mani, o ad andare via”.
In questi giorni si sono rivolti al progetto Policoro alcuni ragazzi di Barisciano, piccolo comune dell’aquilano. “Questi giovani ci hanno chiesto un sostegno – continua il responsabile – perché vogliono creare un’impresa che valorizzi le risorse del proprio territorio a partire dai prodotti locali. Stiamo cercando di aiutarli studiando il territorio e i vari settori produttivi per aiutarli a fare i passi giusti perché non si può improvvisare”. Un percorso solo abbozzato ma significativo in una realtà come quella aquilana dove negli ultimi anni sono diversi i poli industriali chiusi. L’ultimo in ordine di tempo è la Transcom multinazionale che ha chiuso il suo stabilimento cittadino che dava lavoro a 350 persone. Nel solo centro storico de L’Aquila esistevano 800 attività commerciali, tutte ancora chiuse. “E’ bello – conclude il responsabile – vedere come ci siano giovani che, invece, di alzare le braccia ed andare via decidono di inventarsi una propria attività. Questo è il messaggio che deve passare e che deve essere accolto da tutti i soggetti impegnati nella ricostruzione. Il post terremoto deve essere un’occasione per L’Aquila, un momento in cui i giovani possano avere l’opportunità di riprogettare il loro futuro e realizzare qualcosa. Se non sarà così e i giovani, come in passato, continueranno ad andare via, corriamo il rischio di perdere una generazione”.

SIR- Venerdì 17 luglio 2009 14:19 – ABRUZZO: L’AQUILA, NUOVE IDEE E PROGETTI PER LA COOPERATIVA SOCIALE “ALAURO”

Attorno al Progetto Policoro a L’Aquila è nata in gennaio la cooperativa sociale “Alauro”. “Alcuni mesi fa due ragazze si sono rivolte al nostro ufficio – spiega Augusto Ippoliti, responsabile Policoro – perché erano interessate ad aprire una cooperativa sociale che offrisse in particolare servizi in ambito educativo. Il progetto mi ha talmente colpito che ho finito per farne parte. L’idea è quella di creare un centro servizi che si mettesse a disposizione del territorio e che desse anche un contributo operativo alle iniziative della Caritas diocesana”. La sede della cooperativa, in alcuni locali messi a disposizione dalla Caritas, doveva essere inaugurata, il 20 aprile scorso ma il terremoto ha distrutto tutto. Ora la è ospitata presso la nuova sede Caritas. In questi primi mesi la cooperativa aveva avviato un progetto insieme al carcere minorile “per promuovere percorsi di accompagnamento per i giovani ospitati nel riformatorio che gli aiutassero nel rinserimento nel mondo del lavoro o della scuola”. Un progetto bloccato dal terremoto e dallo spostamento del carcere minorile. “Vedendo la situazione dell’aquilano e le difficoltà della vita nelle tendopoli – conclude Ippoliti – stiamo pensando alla possibilità di aprire una struttura socio-sanitaria che si occupi in particolare degli aspetti psicologici di bambini e ad un progetto di microcredito”.

SIR – Venerdì 17 luglio 2009 17:42 – ABRUZZO: DIOCESI (PASTORALE DEL LAVORO), “I GIOVANI PROTAGONISTI DELLA RICOSTRUZIONE”

(L’Aquila) – “I giovani di L’Aquila non devono andare via ma diventare protagonisti attivi della ricostruzione”. Lo ha dichiarato al Sir don Juan de Dio Vanegas, responsabile della pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi. “I primi giorni dopo il terremoto – racconta – quando ho visto molti giovani partire verso gli alberghi sulla costa sono stato preso dallo sconforto. Oggi, invece, credo che la ricostruzione debba diventare un’opportunità per la città e soprattutto per i suoi giovani. Quella che si andrà a ricostruire è la loro città perché saranno i giovani e i ragazzi di oggi ad abitarla in futuro. Per questo è necessario il loro contributo in termini di idee e progetti”. A tre mesi dal sisma, mentre continuano i lavori per la costruzione dei villaggi antisismici e delle “casette” per gli sfollati, non sono ancora stati elaborati progetti per la ricostruzione dei centri storici, in particolare del capoluogo. “A L’Aquila – conclude il responsabile della pastorale sociale e del lavoro – abbiamo molti studenti e giovani laureati delle facoltà di ingegneria e architettura. Credo che si dovrebbe fare in modo di coinvolgerli nella ricostruzione magari affiancandoli ai professionisti delle imprese che effettueranno i lavori. Questa potrebbe essere, oltre che un’opportunità di impiego, anche un modo per permettere ai giovani di essere davvero protagonisti della rinascita di questa città”.