Primo giorno – 13 maggio
“Accompagnare è anche sapersi prendere per mano: un gesto semplice di chi si prende cura dell’altro, un gesto spontaneo che rivela una relazione autentica”: con queste parole di don Ivan Licinio, coordinatore nazionale del Progetto Policoro, ha preso il via, questo pomeriggio, il 47° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro, a Sassone-Ciampino. Il tema di questa cinque giorni, che oggi ha visto l’arrivo degli animatori di comunità provenienti dalle diocesi del Nord, Sud e Centro Italia, sarà “Lungo la Via”.
“La strada della vita”, ha spiegato don Ivan Licinio, “è fatta di curve: momenti di incertezza, di rallentamento, di riflessione. In un mondo che corre veloce, la curva ci impone di fermarci, di guardare chi cammina con noi, di scoprire panorami inaspettati. Rallentare non significa perdere tempo, ma riconoscere: riconoscere chi è accanto, chi condivide il viaggio, chi ci sostiene. E proprio questo camminare mano nella mano, come ci ha insegnato Cristo, diventa lo stile con cui accompagniamo i giovani nel loro percorso”.
Chi prende per mano sa camminare accanto. Ed è proprio questo l’impegno portato avanti da Luciano Pantarotto e i soci di Man at Work, una cooperativa sociale che si dedica allo sviluppo delle professioni e alla promozione dell’occupazione per persone a rischio di esclusione sociale. Attraverso percorsi personalizzati di inserimento e reinserimento al lavoro, affiancati dalla professionalità di tutor e specialisti del settore, la cooperativa offre un’opportunità concreta di crescita e riscatto.
Nella sua testimonianza, consegnata agli animatori di comunità, Luciano Pantarotto ha sottolineato l’importanza del lavoro come esperienza di accompagnamento nella speranza, dove “uno più uno fa tre”. “Il lavoro non è solo fonte di sostentamento, ma la realizzazione di una vocazione che abbiamo visto crescere piano piano con i nostri soci. È una sfida che ci rende sempre più responsabili: non possiamo stare fermi, dobbiamo cogliere l’opportunità non solo di occuparci di inserimenti lavorativi, ma anche di ampliare quanto più possibile il nostro impegno. Siamo in un settore difficilissimo, ma, nonostante le difficoltà, si può fare impresa. Riuscire a fare accompagnamento al lavoro significa inclusione, produzione, sostenibilità”: ha spiegato il presidente di Man at work.
Una prima giornata ricca di spunti e riflessioni, che ha posto le basi per i numerosi argomenti che verranno approfonditi fino a sabato, con l’obiettivo di fornire un bagaglio culturale ed esperienziale necessario ad accompagnare altri giovani nella costruzione del loro futuro lavorativo.
Secondo giorno – 14 maggio
“Lungo la Via”: prosegue il 47° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro, ospitato a Sassone-Ciampino fino al 17 maggio. La seconda giornata, quella di oggi, si aperta a Castel Gandolfo con la preghiera del mattino presieduta da S. Em.za il Cardinale Fabio Baggio, Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e alla presenza di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, e don Ivan Licinio, Coordinatore nazionale del Progetto Policoro. Nella riflessione, il Cardinale Baggio ha sottolineato il senso e il significato dell’accompagnare l’altro inteso come un percorso di fede e di vicinanza e non solo come un atto di generosità o competenza. Un’accompagnamento che acquisisce senso solo se basato su un ascolto autentico, un ascolto che: “Inizia da quell’atteggiamento fondamentale che reputa importante quello che la persona ha da dire – ha spiegato il Cardinale Baggio che ha aggiunto- È nel momento in cui ascoltiamo che diventiamo parte della storia dell’altro e responsabili di quello che succede da quel momento in avanti: è questa la cultura dell’incontro. Molte volte, nel nostro modo di operare e progettare, tendiamo ad anticipare i bisogni degli altri, convinti di sapere già cosa sia necessario. Così accade che, dopo aver messo in piedi un grande processo, ci rendiamo conto di non aver mai integrato al suo interno una reale fase di ascolto. A volte è più facile chiudere le porte quando non conosciamo chi sta bussando, ma nel momento in cui apriamo, vediamo un volto, ascoltiamo una sofferenza, una storia, diventa impossibile chiudere la porta. Ed è questa apertura, questo ponte, questa responsabilità che ci dice “Tu sei la persona più importante perché sei Cristo”. L’ascolto diventa poi anche responsabilità collettiva: mi accorgo di non essere capace di fare tutto e ho bisogno dei miei compagni di viaggio, di coloro che mi stanno aiutando a portare avanti il mio mandato”.
Carichi di entusiasmo, gli animatori di comunità hanno poi proseguito con le attività in programma per oggi: la visita ai Giardini delle Ville Pontificie curati dal ‘Borgo Laudato Sì’ e ai Musei Vaticani a Castel Gandolfo e l’avvio dei moduli formativi “Accompagnare verso un lavoro che realizza: i principi base dell’orientamento”; “Dall’idea all’impresa: Business Model Canvas Lab” e “L’impresa: un’idea che prende forma”
Terzo giorno – 15 maggio
Con la preghiera del mattino, curata da don Antonio De Rosa di Caritas Italiana, si è aperta la terza giornata di formazione del 47° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro.
Al centro della meditazione: «Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo» (cfr. Gal 6,1-18).”Il bene non si improvvisa, non nasce dal caso o dall’impulso del momento. È un cammino che si costruisce con consapevolezza, avendo chiara una meta” – ha ricordato don Antonio De Rosa agli animatori di comunità, evidenziando che nelle relazioni esistono insidie: il rischio della vanagloria e quello dell’invidia. La vanagloria si manifesta quando ci confrontiamo con gli altri immaginando di essere migliori dei nostri interlocutori; l’invidia, invece, emerge quando ci sentiamo non all’altezza degli altri. “Per accompagnare, è importante costruire una relazione paritaria e simmetrica, che significa portare i pesi gli uni degli altri: questa è la comunità cristiana”: ha spiegato don Antonio.
Questa riflessione ha tracciato il percorso formativo della giornata, centrando le attività sul paradigma dell’economia civile, sul Business Model Canvas e sul fundraising. Nel pomeriggio, si è poi proseguito con la progettazione partecipata per animare la comunità, approfondendo connessioni, processi e stili per l’animatore di comunità e la valutazione d’impatto del Progetto Policoro sui territori abitati.
Una giornata ricca di spunti di riflessione e di preziose esperienze culminata con l’Adorazione Eucaristica, che proseguirà fino a mezzanotte con uno spazio dedicato all’Adorazione personale.
Quarto giorno – 16 maggio
Accompagnare non è semplicemente stare accanto a qualcuno, ma elevare, permettere all’altro di scoprire le proprie ali. Non si tratta di trattenere, ma di liberare. Elevare significa offrire agli altri strumenti e fiducia, affinché possano camminare da soli. Non basta esserci, ma bisogna esserci capaci di speranza: il Progetto Policoro è questo. Con queste parole, quelle di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale Problemi Sociali e Lavoro – CEI, si è aperto il quarto giorno del 47° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro.
Nella preghiera del mattino, «E come potrei capire, se nessuno mi guida?» don Bruno Bignami ha approfondito il tema del Lasciarsi accompagnare dallo Spirito per poter accompagnare l’altro. Questo momento di riflessione ha introdotto i moduli formativi, suddivisi per annualità, che hanno affrontato tematiche fondamentali come il microcredito, il lavoro in rete e il progettare con senso. Gli animatori di comunità (ADC) hanno poi approfondito il tema di come accompagnare la speranza nel mondo del lavoro, in una sessione curata dall’Equipe Giovani della Commissione Giustizia e Pace Europa della CEI UNPSL.
Nel pomeriggio, i giovani hanno vissuto un momento di confronto e condivisione con coloro che danno corpo e anima alla rete di collaborazioni sviluppate sui territori diocesani e regionali tramite il Progetto Policoro: la Filiera. Gli stand hanno animato la grande fiera, un appuntamento ormai fisso e indispensabile della sessione formativa nazionale primaverile.
Una giornata ricca di spunti per gli animatori, chiamati ad essere pellegrini di speranza per le comunità in cui operano. La serata si è poi conclusa con un momento di convivialità e festa, grazie all’evento a tema “Anni ‘90”, che ha permesso ai partecipanti di immergersi nell’atmosfera e nello spirito dei giovani che, nel 1995, hanno spinto don Mario Operti a dare vita a questo grande processo che è il Progetto Policoro.
Quinto giorno – 17 maggio
Si è conclusa quest’oggi, a Sassone-Ciampino, il 47° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro. Una cinque giorni ricca di spunti e riflessione per arricchire il bagaglio esperenziale dei giovani animatori di comunità. La mattinata ha preso inizio con la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Riccardo Pincerato. “Nel viaggio della nostra esistenza, arriva il momento in cui i ruoli si trasformano: non siamo più soltanto figli, ma diventiamo compagni di viaggio per chi ci ha preceduto. Arriverà il giorno in cui prenderemo per mano i nostri genitori, proprio come il Padre e il Figlio fanno con noi. Gesù ci dice: “Non aver paura, non ti lascio solo”. E questa certezza deve guidarci ogni giorno – ha sottolineato il responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile, ricordando ai giovani che – Solo attraverso la contemplazione possiamo compiere cose straordinarie ma dobbiamo avere l’umiltà di chiedere. Chiedere non significa essere fragili, ma essere veramente umani. Non dobbiamo aver paura della nostra umanità, né della nostra fragilità, perché proprio in essa risiede la possibilità di costruire qualcosa di grande”.
Dopo il momento di preghiera le attività della giornata si sono concentrate sui passi segnati dal testimone dell’anno del Progetto Policoro: don Tonino Bello.
Una giornata di sintesi e conclusioni: “Ci sono tante belle cose che ci aspettano dopo la curva di questa formazione. Abbiamo visto in questi giorni che tutti abbiamo bisogno di essere accompagnati.
I limiti e le fragilità non devono farci paura
ma rappresentano quella curva che dobbiamo attraversare per scoprire tutto il bello della vita. Ad ogni animatore è richiesto un vero e proprio atto d’amore verso gli altri giovani: un esserci comunque ma non dovunque” ha affermato don Ivan Licinio, Coordinatore nazionale del Progetto Policoro, nell’intervento finale della tappa formativa primaverile lanciando un monito ai giovani animatori: “Siate guide pazienti e appassionati, capaci di camminare accanto agli altri senza mai oscurarne il cammino. Accompagnate con cuore, ascolto e umiltà, sapendo che il vostro impegno può far nascere nuove strade, nuovi sogni e nuove lune da raggiungere insieme”