9 Maggio 2024
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Frascati 2024

A due a due, per tessere trame di Comunità

45° Corso di Formazione Nazionale - 9-12 maggio

In questi giorni si sta svolgendo il 45° Corso di Formazione Nazionale del Progetto Policoro a Frascati (Roma), presso il Centro Giovanni XXIII.

Sono presenti tutti gli Animatori e le Animatrici di Comunità che operano nelle 139 Diocesi italiane aderenti.

Tema di questi giorni è “A due a due, per tessere trame di Comunità” che, aprendo con il versetto tratto dal Vangelo di Luca (Lc 10,1), si innesta nel cammino formativo dell’anno iniziato ad Assisi nel dicembre 2023 e che ha come verbo “Animare”.

Su questa pagina aggiorneremo, di volta in volta, la cronaca degli interventi, delle testimonianze che costelleranno questi giorni insieme. Come sempre, anche la pagina Facebook e il profilo Instagam saranno luoghi da animare, in cui racconteremo dettagli e retroscena del nostro percorso.

Il racconto, giorno per giorno

3° giorno – Sabato 11 maggio

 

“PRIMA DITE: PACE A QUESTA CASA!”

La trama dell’animazione di comunità

Lectio a cura di don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali ed il Lavoro – CEI
Ad aprire il terzo giorno di formazione nazionale la Lectio intitolata “Prima dite: ‘Pace a questa casa’! La trama dell’animazione di comunità”, tenuta da don Bruno Bignami, Direttore Nazionale dell’Ufficio per i Problemi Sociali ed il Lavoro della CEI. “Il tema della pace è di grande rilevanza in questo momento; osservando il mondo, ci rendiamo conto che i conflitti sono all’ordine del giorno. Il richiamo presente nel passo del Vangelo di Luca ci rammenta che, per donare pace, dobbiamo prima viverla, per questo è essenziale “andare a due a due, perché, prima di tutto, è importante essere in sintonia con un altro”. Da qui alcune sollecitazioni rivolte agli AdC: “ voi animatori avete cura di presentarvi a due a due o vedete la tentazione di essere salvatori solitari della situazione? Cosa pensate sia necessario abbandonare per animare la comunità? Con la frase “Pace a questa casa!”, Gesù ci incoraggia a coltivare le relazioni: ”nel Vangelo di Luca, sia all’inizio che alla fine, si menziona la pace: nell’incipit Gesù si mostra disarmato alla nascita; alla fine, risorto, proclama “pace a voi” mostrando le ferite come segno d’amore. Quando annunci la pace, fai rivivere Gesù Cristo in quel contesto”. Ma cosa significa la pace? Secondo don Bruno, nel contesto biblico è la pienezza della vita, rappresenta una serie di valori e ricchezze umane. “Chiediti: la pace è una priorità nelle relazioni quotidiane e nel tuo servizio? La pace è la nascita di Cristo e il dono del Crocifisso risorto: sai essere una presenza che genera pace e offre una pace crocifissa (agitata e non tranquilla)?” Durante la sua meditazione, il Direttore nazionale ha evidenziato una contraddizione significativa: sebbene l’annuncio sia “pace a questa casa”, il luogo in cui viviamo è spesso ricco di conflitti. Riflettiamo su Caino e Abele o sulla parabola del padre misericordioso: le relazioni all’interno della casa raramente sono serene!
“Prima di tutto – ha esortato don Bruno – dobbiamo accettare la nostra storia”; tre, infatti, sono le case che abitiamo: la nostra vita, la fraternità e il mondo. “Esaminiamo le nostre divisioni interiori che impediscono la pace nel nostro cuore. In secondo luogo, consideriamo la fraternità: le divisioni con gli altri creano separazione in casa con molte persone, nella chiesa, nelle parrocchie. Infine, consideriamo il mondo. Spesso percepiamo la creazione come qualcosa di estraneo, mentre anch’essa è la nostra casa comune, come sottolinea Papa Francesco”. Promuovere la pace, dunque, significa diventare esperti in tessiture e cuciture: “la cura delle relazioni è il cuore del nostro servizio; implica offrire nuove opportunità, promuovere un atteggiamento positivo, valorizzare le migliori energie delle persone, incoraggiare, scoprire talenti e competenze, apprezzare e meravigliarsi delle cose buone e belle presenti, dare spazio, nutrire, e far sbocciare il meglio”.
A conclusione della lectio don Bruno ha citato le parole di Adriano Olivetti, testimone dell’anno: “Non siamo qui per dividere, ma per esaltare i migliori, proteggere i più deboli, sollevare gli ignoranti, e scoprire le vocazioni”.

 


2° giorno – Venerdì 10 maggio

 

COOPERATIVA AGRICOLA CAPODARCO

Un esempio virtuoso di comunità
La mattinata degli AdC del Progetto Policoro è proseguita con i laboratori tematici suddivisi per anno di mandato.
Nel pomeriggio la visita alla Cooperativa Agricoltura Capodarco. Ad accogliere gli animatori Salvatore Stingo, presidente della cooperativa: “lavoro e vita in comune, è così che nasce la nostra attività. Dopo quarant’anni oggi la cooperativa capodarco utilizza l’agricoltura come strumento di emancipazione, creazione di lavoro e implementazione dell’economia civile”. Oltre ad accogliere e coinvolgere nel mondo del lavoro persone con disabilità psichica, la cooperativa promuove anche la salvaguardia del Creato: “la nostra realtà è un luogo aperto. Non ci sono cancelli nella nostra struttura. Quello che speriamo è che più persone vengano a conoscere ciò che facciamo e tutto quello che può offrire l’agricoltura sociale”.
Ad offrire la Sua testimonianza anche Tiziana Torelli: “nel 2014 abbiamo deciso ‘follemente’ di recuperare una tenuta storica in stato di abbandono. Qui l’idea di fare un’ imprenditoria etica e umanistica. Siamo partiti dalla domanda: come fare rivivere il luogo? Per fare ciò abbiamo fatto rete con le altre realtà del territorio. Villa Cavalletti, la realtà che rappresento, è diventata così un luogo di crescita e condivisione”. Al suo interno oltre alle attività agricole, sono ospitare anche tre scuole: “un asilo nido, laboratori dell’alberghiero e alcune classi del liceo classico e sociale, istituti pubblici che possono così usufruire di un luogo che appartiene a tutti. La fortuna – ha detto Tiziana- è stata quella di creare associazioni che mettono in comunione ciò che ciascuno ha di buono. Nasce così l’associazione dei vignaioli di Grottaferrata che, dal 2020, ha portato avanti iniziative sorprendenti frutto di un lavoro di squadra fatto con amore e passione”.
A conclusione della serata anche il toccante saluto di don Franco Monterubbianesi, fondatore della comunità.

“NON PORTARE BORSA, NE’ SACCA NE’ SANDALI”

Essere fondamentali per raggiungere l’essenziale

Lectio a cura di don Riccardo Pincerato, Responsabile del Servizio per la Pastorale Giovanile -CEI

“Non portare borsa, né sacca, né sandali… essere fondamentali per raggiungere l’essenziale.” Questo è stato il tema della lectio che ha inaugurato il secondo giorno di formazione. Il momento di preghiera, condotto da Don Riccardo Pincerato, Responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI, ha offerto agli animatori l’opportunità di avvertire intensamente la presenza del Signore e di riflettere sulla loro missione. “Nella nostra vita, l’essenziale comprende il nostro corpo, la memoria, le relazioni e la voce”, ha detto don Riccardo, che ha poi aggiunto: “oggi siamo qui uniti con questi strumenti: attraverso il nostro corpo, diamo voce alla Parola di Dio”. Partendo dalla propria esperienza personale, Don Riccardo ha evocato l’inizio della sua vocazione, quando a 14 anni comprese il desiderio di diventare prete: “Da bambino, non accettavo il mio corpo ‘in sovrappeso’; durante l’estate, trovavo conforto lavorando nell’impresa di famiglia. Quell’anno, partecipai a un campo estivo: in un prato, sotto un cielo stellato e un versetto degli Atti degli Apostoli, fui profondamente toccato da quelle parole. Prete. Desideravo diventare prete; lì scoprii l’essenziale.” Dopo un momento di ‘silenzio’, gli animatori sono stati invitati a meditare su una domanda: quando hai vissuto l’essenziale nella tua vita? “La nostra storia- ha detto don Riccardo- è tessuta di relazioni e deve essere interpretata alla luce della Parola. Se ci limitiamo a guardare solo la superficie del passo di Luca (10, 3-4), potremmo pensare di non incontrare il Signore. ‘Andate, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi’: questa espressione richiama la vita di Gesù, il primo inviato dal Padre nella storia. Si è incarnato per annunciare la Parola di Dio, affrontando la morte. Ciò ci invita a riconoscere la nostra umanità, fatta di corpi e sentimenti, inseriti in una relazione che ci spinge a ‘umanizzare l’umano’”. Cosa significa, per gli AdC di Policoro andare incontro all’umano? “Significa non avere paura, saper instaurare relazioni con gli altri e accogliere anche i legami più complessi”. Don Riccardo, infine, ha esortato a ‘non portare borse, né sacca né sandali’, a essere poveri ma non miseri, liberi e focalizzati sulla propria vocazione al servizio.

 

 

 


1° giorno – Giovedì 9 maggio

     “CREARE COMUNITA’: DESIDERIO, MISSIONE, STRUMENTI”

La ricetta del professor Flaviano Zandonai

Il professor Flaviano Zandonai, esperto di innovazione sociale e mutualismo, è stato il relatore della prima sessione plenaria. Durante la sua presentazione dal titolo “Creare comunità: desiderio, missione, strumenti”, Zandonai ha sottolineato l’importanza di strumenti pratici e teorici per la creazione e gestione di imprese sociali di comunità, evidenziando come le organizzazioni non profit possano operare efficacemente nei sistemi di welfare, producendo beni che promuovono la coesione sociale attraverso processi di inclusione e sviluppo locale. Per mantenere il senso di comunione e comunità, il relatore ha ricordato l’importanza di lavorare sugli elementi di equilibrio: “è necessario combinare coesione e apertura, riconoscendo che le comunità si trovano a metà strada tra il top-down e il bottom-up. Inoltre, è essenziale comprendere che il movimento e le istituzioni devono convivere all’interno della comunità stessa”. Attraverso l’innovazione sociale Zandonai ha infine indicato una nuova prospettiva, dimostrando come le comunità possano diventare attori economici capaci di gestire catene di produzione del valore. Creare comunità, dunque, non è solo un desiderio o una missione, ma un processo attivo che richiede strumenti adeguati, impegno e una visione condivisa per il futuro.

 

ANIMARE LA COMUNITA’ PARTENDO DALLE RELAZIONI

 Il saluto di don Ivan Licinio, Coordinatore del Progetto Policoro

Nell’introduzione alla formazione, don Ivan Licinio, Coordinatore del Progetto Policoro, ha citato le parole del messaggio di Papa Francesco agli animatori di comunità nel 2021. Il Pontefice ha evidenziato il ruolo fondamentale degli “animatori di comunità”, sottolineando l’importanza di animare le comunità internamente attraverso un impegno costante nel costruire relazioni e promuovere una solidarietà umana. Don Ivan ha spiegato che tessere una trama richiede pazienza, attenzione e impegno, «qualità che contraddistinguono gli animatori del Progetto Policoro e che consentono di mantenere salda la propria identità. C’è sempre – ha aggiunto don Ivan – nella nostra vita una misteriosa coerenza, un filo conduttore, una trama che noi chiamiamo vocazione e che il mondo chiama destino. Dobbiamo saperla riconoscere in noi stessi e nei giovani che incontriamo e soprattutto dobbiamo avere il coraggio di non tradirla per rimanere fedeli a noi stessi e alla nostra missione». Se da un lato gli AdC di Progetto Policoro sono abili nel creare connessioni, dall’altro devono disporre degli strumenti necessari per diventare veri tessitori di comunità. Sarà su questi aspetti tecnici che si concentrerà la seconda fase del piano formativo del 2024.

 

45° CORSO NAZIONALE DI FORMAZIONE DEL PROGETTO POLICORO

“A due a due per tessere trame di Comunità”

  Il 45° corso Nazionale di Formazione del Progetto Policoro, intitolato “A due a due per tessere trame di Comunità”, è iniziato oggi a Frascati. La prima giornata è stata aperta da Mons. Stefano Russo, Vescovo di Velletri-Segni e Frascati. Ha affermato: “Il Signore ci manda a due a due, ma cosa significa questa affermazione? L’importanza di andare a due a due emerge nell’immagine dell’ultima cena, quando Gesù compie un gesto significativo che serve da monito per i discepoli: lava i piedi. Questo rappresenta il significato di stare insieme: amarsi reciprocamente come ha fatto Gesù.” Per Mons. Russo, il Progetto Policoro incarna lo spirito di servizio del Vangelo: “Spesso gli animatori non comprendono il proprio ruolo; tuttavia, se c’è questo spirito di servizio, le risposte verranno trovate insieme”.