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Formazione regionale Progetto Policoro Lazio

Si è svolta, nel week-end 25-27 settembre la formazione regionale del Progetto Policoro, dove gli animatori di comunità delle 8 diocesi del Lazio aderenti al progetto, che si occupano di Giovani, Vangelo, Lavoro hanno incontrato alcune delle Filiere del progetto per un’attenta riflessione sul loro operato, sulla loro progettazione futura, senza  far mancare la dose giusta di discernimento e raccoglimento spirituale.

Quest’anno come location della formazione è stato scelto proprio il nostro territorio diocesano, in particolare la città di Cassino, e nel massimo rispetto di tutte le norme covid, gli Adc con l’équipe regionale hanno soggiornato, studiato, lavorato presso l’Hotel Rocca della città Martire.

Tra spiritualità e alta professionalità, i lunghi ma coinvolgenti lavori, sono iniziati sabato mattina con la  preghiera delle Lodi presieduta dal  <strong>Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo </strong>che ha voluto  lasciare un messaggio ai giovani, quello di non lasciarsi scoraggiare dalle sfide del “tempo attuale”, ma impegnarsi fortemente alla missione a cui sono stati chiamati.  Ha sottolineato l’importanza del ruolo degli adc come educatori-formatori al lavoro, l’animatore di comunità non deve tanto o solo trovare lavoro, ma deve scuotere le menti delle persone con un nuovo stile di orientamento al lavoro; deve aprire nuovi orizzonti nelle teste delle persone affinchè possa uscirne fuori tutta la creatività generativa di nuovo lavoro: il lavoro non c’è, ma può essere creato, inventato. L’Adc deve formare  al lavoro e  accompagnare, guidare a un buon discernimento vocazionale.  Erano presenti anche l’Animatore Senior Riccardo Evangelista, il Tutor del Progetto Policoro diocesano, nonché direttore della Caritas Don Akuino Toma Teofilo e il direttore della PSL  avv. Francesco Rabotti  il quale ha sottolineato la straordinarietà delle relazioni che hanno coniugato sapientemente il profilo spirituale e motivazionale con quello operativo.

La giornata è proseguita con momenti di elevata professionalità con gli interventi di  Alessandro Trasolini  responsabile Centro Assistenza Aziendale e Politiche giovanili di Coldiretti Lazio, con il quale è stato affrontato il tema dell’ agricoltura, ovvero della grande opportunità di avviamento aziendale dei giovani e non, attraverso lo studio di strumenti, tecniche, bandi utilizzabili  nel territorio regionale. Il secondo intervento è stato quello di <strong>Riccardo Christian Falcone,responsabile Associazione Libera, della  diocesi di Nocera.  Una toccante ricostruzione della nascita dell’Associazione Libera, della sua attività,  del suo scopo e del delicato tassello della mafia sul  nostro territorio. Agli animatori è stato possibile analizzare e capire come muoversi nel proprio territorio diocesano e non solo,  per lo studio e  l’eventuale utilizzo di bene confiscati alla mafia.

Lo stesso avv. Rabotti, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro ha rimarcato quanto sia stato interessante l’excursus storico-legislativo della lotta alle mafie nel nostro paese e l’evoluzione delle misure di prevenzione e repressione di carattere patrimoniale ed i  grandi risultati  che stanno ottenendo, nonché la conseguente opportunità per gli enti pubblici e del terzo settore di utilizzo dei beni confiscati a vantaggio della collettività. Altrettanto importante per la formazione dei giovani l’acquisizione della conoscenza delle opportunità di creazione di nuove imprese nel settore agricolo, grazie agli incentivi ed alle provvidenze previsti nelle diverse misure di interventi presenti nei piani  della comunità europea, informazioni operative che potranno essere trasferite sui territori dagli animatori di comunità e favorire opportunità di crescita e sviluppo. Infine ha dichiarato:<em> “ancora una volta, dunque, mi ha fatto molto piacere riscontrare come il Progetto Policoro, sostenuto dalla Chiesa italiana anche attraverso l’attività delle Diocesi, tra cui la nostra con alla guida il Vescovo Mons. Antonazzo, rappresenta significativa ed evidente dimostrazione  dell’importanza della formazione qualificata ed autorevole per stimolare e vivificare concretamente l’humus sociale ed economico delle comunità.”

Dopo la pausa pranzo, la  seconda parte della formazione è stata dedicata alla DSDC, approfondimenti sulla destinazione universale dei beni a cura di <strong>Don Alessandro Colasanto nuovo collaboratore dell’ufficio Nazionale PSL -CEI. In questa seconda parte, gli adc hanno potuto toccare con mano, attraverso testimonianze, esempi e laboratori l’importanza della destinazione universale dei bene, quanto sia importante mettere, in ogni  ambito, al primo posto il bene comune e non il desiderio egoistico dell’io.

La lunga giornata è terminata con una sessione serale dove gli animatori hanno concluso dei lavori di gruppo, frutto dei campi estivi nazionali, dove hanno gettato la base per seri  e solidi lavori: argomento comune e di principale importanza da approfondire, sviluppare e mettere e terra LA COMUNICAZIONE.

 

Come ultimo giorno di formazione non poteva mancare l’immersione nella storia del territorio; gli  Adc con l’équipe regionale, dopo la partecipazione alla Santa Messa nella cattedrale, hanno visitato l’Abbazia di  Montecassino. Una profonda immersione nella spiritualità benedettina; la regola di San Benedetto, rappresenta la saggezza antica che tutt’oggi rivive nelle strategie imprenditoriali e nel lavoro menageriale. Gli  adc sono stati accolti dall’Abate  ordinario dell’Abazia<strong> dom Donato Ogliari,persona di elevato spessore umano e culturale, il quale ha dato  testimonianza dell’operato  del Santo  Benedetto, di come i monasteri benedettini, con la loro regola, siano stati di fondamentale importanza per la valorizzazione del lavoro. Il lavoro dà dignità all’uomo, non solo perché è indispensabile per la sopravvivenza, ma è importante nella misura in cui è speso per il bene comune, per il bene della comunità; così come l’opera dei monaci stessi, non per se stessi  ma per la comunità, per la destinazione universale  dei beni.Tanto affascinati e sorpresi  che gli animatori  di comunità hanno personalmente rivolto domande al padre abate.Giornate intense, ma che hanno gettato  le basi  per una progettazione futura.