8 Marzo 2005
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Fare impresa con la… Chiesa – “Articoli vari”

Quanto segue è la pubblicazione di un’intera pagina di un quotidiano economico dell’irpinia che è stata dedicata al lavoro del Progetto Policoro della diocesi di Avellino.
FARE IMPRESA CON LA… CHIESA
Imparare a lavorare insieme secondo un progetto comune e con uno stile di crescita nella solidarietà, nella comunione e nel rispetto reciproco delle specificità e competenze: nasce anche ad Avellino il “progetto Policoro”, iniziativa della Chiesa italiana che tenta una risposta concreta sul problema della disoccupazione al Sud e che prende il nome da Policoro, paese in provincia di Matera, sede del primo incontro nel dicembre del 1995, subito dopo il 30 Convegno ecclesiale di Palermo.
I soggetti promotori sono “Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio nazionale pastorale giovanile e la Caritas italiana. L’obiettivo è offrire alle chiese locali, strumenti e opportunità per affrontare il problema della disoccupazione giovanile in una prospettiva di evangelizzazione e di promozione umana; aiutare le chiese ad interagire tra di loro; stimolare le varie pastorali e le aggregazioni laicali a lavorare «a rete» in un’ottica di sinergia e di collaborazione reciproca. Attualmente il progetto coinvolge otto regioni del Mezzogiorno (l’avvio sperimentale è partito in Puglia, Calabria e Basilicata), con iniziative che hanno tolto molti disoccupati dalla solitudine, riuscendo a creare non poche occasioni di lavoro, secondo la teoria che il Sud non ha bisogno di carità, ma può crescere grazie a quel principio cardine dell’Unione europea che è la sussidiarietà; e il progetto Policoro nasce proprio dall’esigenza di lavorare insieme, in quelle oasi della partecipazione sociale che restano le comunità parrocchiali attraverso una forte sinergia tra pastorali e forze laicali. Due le «filiere» a cui si sta attualmente lavorando: la filiera della formazione (in collaborazione con Sviluppo Italia, Cenesca-Cisl, Confcooperative, Acli, Banca Etica, ecc.) che vuole contribuire a veicolare una nuova mentalità verso il lavoro ispirata ai valori de1la responsabilità personale, della solidarietà e della cooperazione; la filiera dell’evangelizzazione (in sinergia con l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, la Gioventù Operaia Cristiana, la Gioventù Francescana, i Giovani delle Associazioni Cristiane lavoratori italiani e il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica) che mira a diffondere una partico1are attenzione pastorale verso i giovani in cerca di lavoro o con esperienze negative di lavoro, aiutandoli a crescere nella vita cristiana. Varie le iniziative previste dal progetto: sul piano formativo, corsi di varia natura in collaborazione con l’iniziativa IG studenti; sul piano dell’informazione, sportelli informativi e accompagnamento al prestito d’onore; sul piane dell’evangelizzazione e della sensibilizzazione, incontri sul territorio e nelle parrocchie; sul piano delle iniziative concrete, preparazione all’avvio di cooperative. I gesti concreti di solidarietà riguardano l’impegno delle Chiese a sostenere, nelle forme più diverse, l’avvio di nuove attività produttive da parte dei giovani.
Le iniziative che sono state intraprese sono molteplici e vanno da varie forme di sostegno economico alla decisione di mettere a disposizione beni di varia natura (terreni, musei di arte sacra, edifici storici) che, in base alle leggi vigenti, consentono di fare imprese giovanili facilitazioni di investimenti. All’interno di questa progettualità è cresciuta la convinzione dell’importanza di creare delle opportunità di incontro tra le varie chiese italiane, una sorta di rapporti di reciprocità tra le chiese di alcune regioni del Sud con le chiese di altre regioni del Centro Nord. Numerose le iniziative che, in quest’ambito, si sono organizzare: scambi di esperienze di pastorale giovanile; di evangelizzazione dei giovani lavoratori e disoccupati; di obiettori della Caritas; accoglienza e ospitalità temporanea di giovani in formazione al lavoro presso aziende o cooperative del Centro Nord. Attivazione dell’associazionismo laicale religioso, affinché rimetta a tema un’attenzione specifica al problema del lavoro nei suoi diversi aspetti: educazione al significato e ai valori cristiani, nuova cultura del lavoro, nuove forme di solidarietà; coinvolgimento delle parti sociali, del sindacato, delle aggregazioni perché si impegnino a creare rapporti di scambio di conoscenze, di formazione e forme di partenariato solidale; attivazione dei centri di formazione professionale affinché individuino opportunità di formazione specifica per giovani in procinto di avviare forme di lavoro particolari; scambi, a vari livelli, tra imprese e cooperative delle varie regioni per creare una nuova mentalità solidale a fronte del problema della disoccupazione e per aiutare l’inserimento del mercato dei beni e dei servizi delle nuove “attività lavorative giovanili” che sorgono al Sud.
Grazie al “progetto Policoro” sono già sorte 6 attività produttive in Basilicata, 22 in Calabria, 19 in Campania, 2 in Molise, 20 in Puglia, 4 in Sicilia e 4 in Sardegna.
L’IMPEGNO VIENE DA LONTANO
Il progetto “Policoro” è stato conCepito dopo il terzo Convegno Ecclesiale di Palermo come risposta al problema della disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno d’Italia, in base alla convinzione che «il Paese non crescerà, se non insieme». L’intento del progetto è quello di offrire alle chiese locali strumenti ed opportunità per affrontare i1 problema della disoccupazione giovanile in una prospettiva. di evangelizzazione e di promozione umana, diffondendo una nuova mentalità di fronte al -lavoro, non solo guidata dai nuovi scenari mondiali e dalle nuove congiunture, ma anche ispirata ai valori umani e cristiani della responsabilità personale, della solidarietà e della cooperazione. Si manifesta in tal modo un segno concreto dell’impegno della Chiesa nei confronti di quanti vivono il dramma del1a mancanza di lavoro. Per aumentare il livello di accessibilità al mondo del lavoro, le diocesi si impegnano a creare un sistema di servizi integrati complementari e intercomunicanti orientati ad aumentare, attraverso azioni multiple, la accessibilità dei giovani inoccupati al mondo imprenditoriale con particolare attenzione ai giovani «meno attrezzati» in termini di informazione e di potere. Il centro servizi è un punto di riferimento e di sostegno per coloro che vogliono creare una propria occupazione. Le informazioni e l’assistenza sono gestite attraverso la creazione di una rete con tutti gli enti, organizzazioni e associazioni che. condividono le stesse finalità del centro. Il centro servizi, inoltre, è affiancato dalla «Banca Etica» per promuovere lo sviluppo di nuove iniziative di economia solidale. Il sistema informativo agisce come centro di: assistenza al lavoro e alla creazione di piani d’impresa; assistenza ai finanziamenti; supporto nell’ espletamento degli adempimenti di natura amministrativa nella fase di costituzione della società, formazione; laboratorio di idee. All’interno di questa progettualità, è cresciuta la convinzione dell’importanza di creare delle opportunità di incontro, una sorta di rapporti di reciprocità, tra le chiese li alcune regioni del Sud con le chiese di altre regioni del Centro-Nord, secondo questo schema: Calabria Triveneto; Campania e Basilicata – Lombardia; Puglia – Emilia Romagna – Abruzzo – Molise – Marche; Sicilia – Piemonte; Sardegna – Toscana.
Si tenta, in questo di costruire una rete di reciprocità finalizzata ad una cooperazione tra il Nord e il Sud d’Italia che consenta di realizzare una serie di iniziative: scambi di esperienze di pastorale giovanile, di evangelizzazione dei giovani lavoratori e disoccupati; di obiettori della Caritas; accoglienza e ospitalità temporanea di giovani in formazione al lavoro presso aziende o cooperative del Centro-Nord; attivazione dell’associazionismo laicale religioso affinché rimetta a tema un’attenzione specifica al problema del lavoro nei suoi diversi aspetti: educazione al significato e ai valori cristiani, nuova cultura del lavoro, nuove forme di solidarietà; coinvolgimento delle parti sociali, del sindacato, delle aggregazioni perché si impegnino a creare rapporti di scambio, di conoscenze, di formazione e forme di partenariato solidale; attivazione dei centri di formazione professionale individuino opportunità di formazione specifica per giovani in procinto di avviare forme di lavoro particolari; scambi, a vari livelli tra imprese e cooperative delle varie regioni per creare una nuova mentalità solidale a fronte del problema della disoccupazione e per aiutare l’inserimento sul mercato dei beni e dei servizi delle nuove “attività lavorative giovanili” che sorgocd al Sud. Attualmente, in Campania, il progetto Policoro attivo in 7 diocesi: Pozzuoli, Ischia, Sessa Aurunca, Capua, Nola, Avellino, Ariano Irpino. In ognuna di queste realtà, fulcro delle attività sono gli animatori di comunità nuove figure che, attraverso la formazione, conoscenza del territorio delle risorse e il desiderio di promuovere una nuova cultura, sono chiamate a mobilitare le forze presenti sul territorio.
PRIMA DI TUTTO C’E’ L’UOMO
Il primato dell’uomo sul lavoro; il primato del lavoro sul capitale; il primato dell’utile sulla proprietà privata sono questi i principi fondamentali dell’elaborazione teorica della Chiesa cattolica sulle tematiche del lavoro in cui si riafferma la necessità di evitare che il predominio della tecnica riduca l’uomo a «merce» o strumento di produzione poiché, sul piano divino, «il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro». Responsabilità e solidariètà sono, per la Chiesa, le due condizioni indispensabili che tra loro si richiamano nel processo di umanizzazione dei rapporti lavorativi: responsabilità nell’adempiere ai propri obblighi contrattuali e occupazionali; solidarietà nel costruire un modello di sviluppo sempre rispettoso della dignità umana e delle esigenze del bene comune. Sul piano pratico questo si traduce nella lotta che la Chiesa quotidianamente fa, a diversi livelli e con diversi strumenti, alla disoccupazione, al lavoro nero e minorile, allo sfruttamento degli extracomunitari, all’usura, alla corruzione, alla criminalità organizzata: problemi presenti in tutto il territorio nazionale, ma in maniera particolare nel Mezzogiorno. Proprio verso questa zona del Paese si concentrano, quindi, le iniziative delle strutture ecclesiastiche, tese, soprattutto, a «formare le coscienze», perché «le vere prospettive di sviluppo consistono in una profonda e costante maturazione personale, comunitaria e sociale, da realizzare sulla base delle grandi potenzialità culturali ed etiche degli uomini e delle donne del Sud, all’interno di un progetto “proprio”, non importato e in una illuminata tensione collettiva per far crescere la società meridionale» (Chiesa Italian e Mezzogiorno: sviluppo nella solidarietà, documento dei Vescovi italiani, ndr). Non è certo la ricetta «miracolosa» per risolvere il problema della disoccupazione, ma è un modo per cominciare a combatterla, superando il vittimismo e la rassegnazione e riattivando la moralità, la certezza del diritto, la stabilità delle regole della convivenza sociale, la sicurezza della vita quotidiana, affinché i singoli e le comunità sociali possano esplicare in concreto la loro vocazione allo sviluppo.
Il lavoro è, oggi, in rapida trasformazione, in un processo irreversibile di mondializzazione che rende ormai difficile il controllo da parte dei singoli: a fronte di qualche indubbio vantaggio insito nel processo, perché, vi sono dei rischi connessi all’attuale sistema di flessibilità che fa emergere precarietà e paure. La frammentazione del lavoro, il ricorso a più lavori contemporaneamente o il loro veloce cambiamento generano problemi di identità personale: i giovani hanno sempre minore possibilità di formulare progetti a medio e lungo termine; la mobilità territoriale, sempre più richiesta dal mercato del lavoro, separa le famiglie e mette in serio pericolo la stessa identità comunitaria territoriale; si assiste ad una vera, e propria fuga di cervelli dal Sud; i lavori flessibili creano disuguaglianze sociali. In questo contesto, a soffrire di più è, ancora una volta, il Mezzogiorno: proprio per il Sud è stato pensato, quindi, il “progetto Policoro”, che rappresenta il concreto impegno della Chiesa sulle tematiche del lavoro.
APRE LO SPORTELLO DEL VESCOVATO
Maria Vittoria Di Cristofano, è la responsabile dello Sportello “Progetto Policoro” attivato presso la sede del vescovato di Avellino e aperto al pubblico tutti i martedì e i giovedì e sabato dalle 8 alle 13. giovane studentessa in giurisprudenza, Maria Vittoria Di Cristofano ha seguito i corsi per animatore di comunità organizzati dalle strutture ecclesiastiche e ora si prepara con entusiasmo a “mettere in pratica” sul campo quanto ha imparato.
In cosa consiste il “Progetto Policoro”?
Il Progetto, pensato nel dicembre del 1995 dal Servizio nazionale Pastorale Giovanile, dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Caritas italiana ha l’obiettivo di offrire alle chiese locali strumenti e opportunità per affrontare il problema della disoccupazione giovanile.
Non si rischia di creare un “duplicato” di altre iniziative simili già attivate anche in Irpinia?
Non è certo compito della Chiesa risolvere il problema della disoccupazione, né spetta alle comunità cristiane promotori di impresa e di nuova occupazione, ma l’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione dal lavoro alla “disoccupazione dalla vita”. Non può lasciare insensibile la sollecitudine pastorale di una Chiesa che vuole stare nella storia e nelle cose concrete. La Chiesa non è certo chiamata a fare impresa in prima persona, ma ad offrire aiuti e sostegni perché possano crescere quei segni di speranza che testimoniano che la rassegnazione e lo scoraggiamento possono essere vinti. Le funzioni del nostro sportello in parte, saranno simili a quelle di altre strutture di informazione e supporto per la creazione di impresa, ma è diversa la concezione di fondo: il “Progetto Policoro” dà ampio spazio al momento formativo per diffondere una nuova mentalità di fronte al lavoro, una mentalità non solo guidata dai nuovi scenari mondiali, e dalle nuove congiunture, ma anche ispirata ai valori umani e cristiani della responsabilità, della solidarietà e della cooperazione.
Per sconfiggere la disoccupazione e i “cattivi lavori” è richiesta una cultura nuova che punti sui beni relazionali, sulla reciprocità, sulla fiducia, sul buon vicinato, su una cultura della legalità che sappia sconfiggere un modo di organizzare la vita sociale che penalizza fortemente le capacità e le aspirazioni delle collettività. Va combattuta innanzitutto la cultura del vittimismo e della rassegnazione che va sostituita con la cultura della speranza e della progettualità.
Come opererete concretamente per raggiungere questi obiettivi?
Lo sportello è gia attivo martedì e giovedì dalle 8 alle 12 presso la sede del Vescovato di Avellino. Contemporaneamente mi sto impegnando per diffondere il progetto: accompagnerò il Vescovo nelle sue visite pastorali per illustrare ai giovani delle parrocchie quello che stiamo facendo e per far sapere loro che hanno anche questa nuova opportunità intessendo una rete di contatti e di relazioni con gli attori sociali del territorio; e, non ultimo, mi sto “formando”, grazie ai corsi organizzati specificatamente per gli animatori di comunità, per essere professionalmente competente al compito che di mi aspetta.