Share

Udienza Papa Francesco: avviare processi piuttosto che occupare spazi

Roma: terza tappa del percorso di formazione all’impegno sociopolitico degli Animatori Senior del Progetto Policoro

Se si avviano processi ci si appassiona al cammino. Lo sanno bene i giovani animatori senior del Progetto Policoro che da venerdì 17 a domenica 19 marzo scorsi si sono ritrovati a Roma per vivere la terza tappa del percorso di formazione all’impegno sociopolitico intitolato: “Da ferita a feritoia, padri e madri di pace nelle periferie del mondo”.
Si diventa padri e madri solo se prima si è stati figli e figlie di un tempo, quello attuale, che non è facile, soprattutto per i giovani, perché denso di conflitti e situazioni sgradevoli. Ma una risposta ai tanti interrogativi la si può trovare nelle parole che Papa Francesco ha rivolto ai partecipanti, ricevuti in udienza, sabato 18 marzo scorso, nella Sala Clementina: «Quest’anno avete come tema la pace. È un tema che non può mancare nella formazione sociopolitica, e purtroppo è anche urgente a causa della situazione attuale. La guerra è il fallimento della politica […] Dunque, ci vuole una “migliore politica” (cfr. Enc. Fratelli tutti, cap. 5), che presuppone proprio ciò che state facendo voi, cioè educarsi alla pace».
Francesco ha, quindi, evidenziato che «la politica che esercita il potere come dominio e non come servizio non è capace di prendersi cura, calpesta i poveri, sfrutta la terra e affronta i conflitti con la guerra, non sa dialogare». Il Santo Padre ha incoraggiato i giovani affinché questo percorso di formazione sociopolitica, nato e voluto da loro stessi, non rimanga fine a sé stesso ma sia terra di tenerezza e fecondità che alimentano la buona politica, quella fatta «di condivisione, di sguardo a lungo termine, di dialoghi, di fiducia, di comprensione, di ascolto, di tempo speso, di risposte pronte e non rimandate».
Al termine dell’udienza è stata donata a Papa Francesco una colomba in cartapesta, realizzata dai ragazzi disabili del Laboratorio di Artigianato Solidale di Matera, e un cesto di prodotti alimentari della Cooperativa pugliese Marcone, un gesto concreto del Progetto Policoro.
Nel pomeriggio, i partecipanti, forti e incoraggiati dalle parole di Francesco, sono entrati nel clima formativo attraverso una rilettura personale e approfondita del messaggio del Santo Padre. Alla fine di questo momento a ogni partecipante è stato chiesto di rispondere a una domanda: «Quali passi chiede a me?». Quindi ognuno è stato esortato a scrivere la propria risposta in un’orma disegnata su un cartoncino colorato. Ne è scaturita una riflessione di gruppo in cui i giovani hanno restituito agli altri ciò che in sé ha suscitato il messaggio, così da presentare, in una successiva riunione congiunta, le suggestioni più ricorrenti all’interno del gruppo stesso.
La serata è proseguita con la preghiera dei vespri, la cena e una passeggiata distensiva al centro di Roma, momento utile e propizio per riallacciare e rafforzare le relazioni. Il giorno seguente, ricorrenza di San Giuseppe, è iniziato con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da don Ivan Licinio.
A seguire, la riflessione di don Bruno Bignami e Ignazio Punzi, che hanno aiutato i giovani ad approfondire ulteriormente il messaggio di Papa Francesco ricevuto il giorno prima. La riflessione era incentrata su due esempi biblici citati dal Papa: uno negativo, del re Acab, e uno positivo, la figura di Giuseppe, figlio di Giacobbe, in cui si colgono due aspetti fondamentali e utili per praticare una buona politica: la tenerezza e la fecondità.
Nell’attività finale, divisi per aree regionali, è stato chiesto a ognuno di dare forma all’impegno preso chiedendosi “quali passi sono da compiere oggi per il proprio territorio”. Le conclusioni sono state affidate a don Bruno.
Il percorso continua ora online mentre il prossimo incontro in presenza sarà il 4 e 5 novembre nella Cittadella della Pace di Rondine – Arezzo.
La strada da percorrere è ancora lunga e complicata ma ora gli animatori senior sanno di avere le capacità e la forza per essere padri e madri di pace perché consapevoli di avere dalla loro parte un grande sostenitore: Jorge Mario Bergoglio.