Share

A scuola di Pace, dove il conflitto fa bene

Si è svolta a Rondine, cittadella della pace, l’ultima tappa del percorso formativo all’impegno sociopolitico per gli animatori di comunità senior del Progetto Policoro. E intanto arrivano le prime anticipazioni sulla prossima edizione della Scuola voluta dagli animatori: da Ivrea al Quirinale, una strada per costruire Partecipazione. 

È l’ultimo giorno di Scuola, ma a guardare bene i saluti gli abbracci che chiudono la sesta edizione del percorso sociopolitico del Progetto Policoro, non si direbbe affatto. Lo sanno bene gli animatori di comunità senior, che il loro addio al Progetto non vogliono dirlo. Ed è stato proprio un addio mancato – infatti – a far germogliare la Scuola sociopolitica. A chiederla con insistenza e a progettarla ogni anno sono loro: gli animatori di comunità giunti al termine del triennio, previsto dal Progetto, di formazione e impegno nelle singole diocesi (per questo si chiamano Senior).

Nella valutazione di impatto dei progetti si chiamano Esiti inattesi, allo stesso modo il metodo formativo sperimentato nel triennio del Progetto Policoro ha suscitato in tanti – oltre 80 in questa edizione – il desiderio inatteso di farlo diventare stile e chiave di lettura del presente. Erano giovanissimi animatori, ora sono professionisti, ricercatori universitari, imprenditori sociali, che attraverso la Scuola sociopolitica e all’amicizia che ormai li lega da anni, oggi provano a dare vita ad una vera fraternità in formazione permanente, dal Piemonte alla Sicilia.

Da ferita a feritoia, padri e madri di pace nelle periferie del mondo: è questo il tema al centro della sesta edizione della Scuola, conclusa domenica 5 novembre a Rondine. Nove incontri che hanno condotto gli animatori di comunità senior a misurarsi con le più autorevoli voci sui temi del disarmo, della risoluzione dei conflitti e della pace. Ma l’incontro più emozionante e significativo di questa edizione è stato senza dubbio quello con Papa Francesco, che ha ricevuto in udienza gli animatori in Vaticano sabato 18 marzo, per invitarli a costruire “buona politica” (è possibile leggere il messaggio del Papa qui).

Un percorso lungo ed impegnativo, quindi, che si è chiuso a Rondine, cittadella della pace, a 10 chilometri da Arezzo. Qui da oltre vent’anni sono ospitati giovani provenienti da paesi in guerra che qui imparano a convivere con altri giovani di fazioni o paesi considerati nemici. Ad accogliere gli animatori c’è stato Franco Vaccari, tra i fondatori della cittadella e suo presidente.  Tutt’altro che scontato l’invito di Vaccari agli animatori presenti «la pace non è assenza di conflitti, ma la loro trasformazione creativa. Qui a Rondine crediamo fermamente che il conflitto è sempre positivo, perché il conflitto è il fronteretro di ogni relazione, non c’è l’una senza l’altro. Qui non invitiamo i giovani a far finta di nulla, a dimenticare il conflitto, no: il conflitto viene dall’urto delle differenze, da quell’urto deve nascere energia, un’energia che trasforma quelle differenze, non le annienta, non prova ad ignorarle. Questo è il metodo Rondine».

Nel pomeriggio gli animatori di comunità, guidati dai giovani abitanti di Rondine (provenienti dal Mali, dall’Ucraina, dall’Armenia, dalla Georgia…) hanno provato a misurarsi concretamente con questo metodo. Attraverso alcuni laboratori e grazie alla visita guidata alla Cittadella e ai suoi luoghi più significativi, gli animatori del Policoro hanno provato a rintracciare e ripercorrere il lungo filo rosso che li ha accompagnati lungo questo anno di formazione.

Ma torniamo alla fine, ai saluti finali, che per gli animatori del Policoro sono sempre degli arrivederci, per scoprire le anticipazioni dell’edizione 2024, la settima, del percorso di formazione all’impegno sociopolitico. Il tema scelto è lo stesso della prossima Settimana Sociale di Trieste: La partecipazione, balsamo della democrazia. Il primo appuntamento è previsto il 15 gennaio con Nando Pagnoncelli, l’ultimo sarà il 2 e il 3 novembre a Ivrea per approfondire la figura che sarà di riferimento per tutto il percorso, Adriano Olivetti.

Luca Iacovone – Diocesi di Matera Irsina