Adriano, animatore di comunità, aiuta i liceali a scegliere la facoltà universitaria
«Una sfida di studio, ascolto e vicinanza ». Così il 21enne biscegliese Adriano Cantarone, da quest’anno e fino al 2027 animatore di comunità dell’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, vive quest’esperienza di formazione e servizio. Studente di giurisprudenza al terzo anno presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, cresciuto nell’Azione cattolica, nella parrocchia di Santa Maria di Passàvia Adriano è impegnato come educatore Acr e come membro dell’équipe diocesana di Azione cattolica dei ragazzi. E confida: «L’asso-ciazionismo cattolico sempre stato la mia casa». Ha deciso di candidarsi come animatore di comunità e di partecipare al bando diocesano per la selezione, nel settembre scorso, spinto anche dalla sua passione per la giustizia in ambito lavorativo: «Interessato a mettermi in gioco, mi sono presentato con argomenti di attualità, fresco dell’esame di diritto del lavoro».
Adriano ha superato la prova e ci tiene a sgombrare il campo da pregiudizi sui suoi coetanei: «La mia generazione viene vista, da una parte, da chi vuole anzitempo lanciarci oltre il muro come “adulti di domani” e da chi – in maniera altrettanto polarizzata – pensa che non vogliamo lavorare, impegnarci, studiare. Non voglio essere il portavoce dei giovani della mia età, ma smentire questi punti di vista e invitare a superarli». E Cantarone intende farlo con i fatti concreti, anche con il suo ruolo di animatore di comunità: cominciando dall’anno dedicato alla formazione «tecnica, con borsa di studio di 300 ore – per un importo di 3.120 euro – in cui andremo a sviscerare varie tematiche, dalla sicurezza del lavoro alla privacy dei dati personali, dalla partecipazione democratica alla Dottrina sociale della Chiesa, che affronteremo ad agosto, mentre a fine novembre come animatori di comunità siamo confluiti da tutta Italia ad Assisi per una settimana e abbiamo parlato sia delle nostre aspettative sia del nostro ruolo», racconta.
Adriano sarà promotore del Progetto Policoro, che incrocia e fa rete con tre realtà diocesane che collaborano fra loro: Caritas, Pastorale giovanile, Pastorale sociale e del lavoro, «a servizio della Chiesa locale e del territorio. D’altronde i pilastri del Progetto Policoro sono proprio giovani, Vangelo e lavoro». Successivamente al periodo formativo, ma anche durante quest’anno, Adriano sarà chiamato a conoscere e incontrare i giovani delle sette città presenti nella diocesi (Trani, Barletta, Bisceglie, Corato, San Ferdinando, Margherita di Savoia e Trinitapoli) «per accompagnarli nel post università, orientarli al lavoro o ad avviare un’impresa sostenibile alla luce del Vangelo. Alcuni ragazzi interagiscono con noi mentre frequentano ancora il liceo; organizzeremo incontri nelle scuole sulle scelte di vita. Ci chiedono di essere affiancati per un periodo della loro esistenza: un servizio silenzioso che non appare, fatto di ascolto e vicinanza». Nel secondo e terzo anno Cantarone firmerà un contratto co.co.co di 82 ore al mese, retribuito con 7.200 euro annui. In questo periodo è supportato dall’animatore di comunità uscente don Silvio Caldarola – giunto al terzo anno del percorso – e ha come tutor don Matteo Martire, direttore dell’Ufficio diocesano problemi sociali e lavoro, giustizia, pace e custodia del creato. Non resta che augurargli buon lavoro per questo triennio.
Oggi è anche promotore del Progetto Policoro che lavora con Caritas, Pastorale giovanile, Pastorale sociale e del lavoro
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