In seguito a gravi fatti accaduti nella Locride i Direttori dei tre Uffici Pastorali hanno inviato una lettera di solidarietà alle aziende coinvolte e una lettera a tutti gli operatori del progetto Policoro
La riportiamo di seguito:
Roma, 05 luglio ’02
“Carissimi,
a seguito dei gravi fatti accaduti alle aziende agricole Frutti del sole e Agrisole collegate alla cooperativa Bonamico, nata nei percorsi allinterno del Progetto Policoro, vi inviamo per conoscenza alcune informazioni rilevate dall’Avvenire del 02 luglio u. s.
Come potete leggere nell’articolo del giornale tra la notte del venerdì e del sabato scorso due aziende, costituite nella Locride hanno subito gravi danni. Ciò avrà non poche conseguenze per i cinquanta dipendenti che lavorano in tali aziende.
A tal riguardo riteniamo opportuno, come risposta significativa da parte di tutti coloro che sono coinvolti nel Progetto Policoro, far sentire la nostra solidarietà e la nostra vicinanza nelle forme che ciascuno ritiene più opportuno”
Per chi desidera contattare le aziende colpite può far riferimento al numero telefonico 0964/20948 o allindirizzo E-Mail bonamico@interfree.it.
Grati di quanto vi attiverete a fare per sostenere queste attività, vi salutiamo cordialmente”
Ufficio Nazionale Problemi Sociali e Lavoro
D. Paolo Tarchi
Servizio NazionalePastorale Giovanile
D. Paolo Giulietti
Caritas Italiana
D. Vittorio Nozza
Segue rassegna stampa
Articolo apparso sull’Avvenire del Martedì 2 Luglio 2002
Lunedì di lavoro per i dipendenti delle serre oggetto del raid delle cosche criminali Solidarietà espressa dalle istituzioni locali e nazionali. La visita del vescovo di Locri
«La ndrangheta non ci fermerà»
Allindomani della devastazione le cooperative rilanciano la sfida
da Casignana (Reggio Calabria) Giovanni Lucà
Al lavoro come ogni lunedì. Ma per la trentina di donne, raccoglitrici di lamponi, quello di ieri non era un lumedì come gli altri. Sono ritornate nelle serre allindomani dei danneggiamenti subiti dallazienda “Frutti del sole”. I segni della devastazione compiuta nella notte tra venerdì e sabato sono ancora ben visibili anche se si cerca di rimettere tutto a posto; come la rete di recinzione divelta per entrare allinterno dellimpianto. Su un tratto di strada accidentata cè la Rover di proprietà dellazienda, con il parabrezza ed i fari rotti; lavevano presa i malviventi caricandovi sopra due gruppi elettrogeni, due tagliacespugli, delle motoseghe. Ma per il troppo peso non cè lha fatta a superare la stradina sterrata: gli attrezzi rubati sono stati portati via in altro modo. E poi i filari di lamponi recisi quasi in segno di sfregio; più di duemila piantine riverse in mezzo alla terra sabbiosa. La ndrangheta sa parlare con il linguaggio della violenza e dellintimidazione; tenta di mettere paura. Pietro Crinò e Pietro Schirripa (i titolari delle aziende danneggiate) lo hanno detto sabato, lo hanno ribadito ieri: «non ci lasceremo intimidire». Una volontà espressa anche davanti al prefetto di Reggio Calabria, Goffredo Sottile, che ha ricevuto Schirripa assieme al sindaco di Casignana, Rocco Mustaca. Il primo cittadino del piccolo comune nei cui confini sorgono le serre, nelle quali la maggior parte degli addetti sono suoi concittadini, ai cronisti ha manifestato grande preoccupazione per il timore che si possano perdere dei posti di lavoro. Per la giornata di venerdì prossimo, ha convocato una seduta straordinaria aperta del consiglio comunale per trattare la questione dellordine pubblico ed ha invitato a parteciparvi tutti i parlamentari della zona. «In una difficile realtà come la nostra ha detto non possiamo lasciare sole queste persone coraggiose che sono riuscite a mettere in piedi un impianto del genere e che dà lavoro a tante famiglie». Tra i filari di lamponi, le donne hanno lavorato tutta la giornata per raccogliere ormai gli ultimi frutti di questa stagione; più a sud si vedono le nuove piccole piantine messe a dimora nei giorni scorsi, matureranno tra novembre e dicembre e il dottore Crinò pensa a come rinforzare la recinzione; un modo per rendere difficili eventuali altri raid. «Noi vogliamo addirittura ampliare le serre dice mostrando i terreni che si estendono verso la marina nei prossimi giorni partiremo con gli ortaggi biologici, ci sono delle buone prospettive». La scommessa rimane comunque il «ciliegeto nano», primo esempio in Europa di coltivazione in serre di questo albero fa frutto che, grazie ai precoci tempi di maturazione avrà certamente un notevole mercato ed una buona ricaduta economica. Parlare di queste cose è come se si volesse esorcizzare la pericolosità della ndrangheta, per andare avanti senza timori. E la visita che nella tarda mattinata di ieri ha fatto il vescovo, è stata accolta come unulteriore iniezione di ottimismo.