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Rapporti di reciprocità fecondi: Gli AdC Siciliani in viaggio in Piemonte

“Nessuno è così ricco da non poter ricevere nulla, nessuno è così povero da non poter donare nulla”…

 
E’ questo lo spirito profondo dei rapporti di reciprocità tra Chiese. E’ questo il senso che ha animato l’esperienza che gli AdC Siciliani hanno vissuto in Piemonte dal 14 al 18 aprile.
 
Un’esperienza nata dal lavoro continuo e costante dei Coordinamento regionale Sicilia-Piemonte e che ha dato vita ad una settimana di incontro, confronto, scoperta e spiritualità.
Accolti dai giovani che nel 2006 erano venuti in Sicilia, dal direttore Regionale della Pastorale Sociale, dai Responsabili della Pastorale Giovanile delle varie Diocesi noi AdC abbiamo avuto la possibilità di scoprire il Piemonte, visitare le realtà delle Cooperative sociali, conoscere luoghi e attività della pastorale giovanile, vivere momenti di spiritualità e testimonianze di fede. Un programma intenso pieno di momenti significativi. Il primo: la visita alla “Città dei Ragazzi”. Nata nel dopoguerra dall’impegno di don Arbinolo per accogliere ed aiutare le persone in difficoltà che avevano perso tutto, nel tempo si è trasformata diventando oggi un luogo a più dimensioni: la Casa d’ospitalità per i giovani; la Casa di Carità Arte e mestiere, centro di formazione professionale; le cooperative che offrono lavoro a carcerati, extracomunitari, giovani in difficoltà; Villa Fede, che accoglie ragazze e donne provenienti dal disagio socio-sociale; la Fraternità CISV, formata da tre famiglie caratterizzata dalla condivisione del lavoro, dalla preghiera e dall’accoglienza. Molto interessante l’incontro con il consorzio “Social Club” –Base 202 a Torino. Si tratta di una realtà che mette insieme 2.700 lavoratori appartenenti a 20 tra cooperative sociali e associazioni del territorio torinese. Il progetto, che vuole offrire risposte economicamente accessibili ai bisogni dei lavoratori delle cooperative sociali, è ispirato ai valori della condivisione, dell’accoglienza, della legalità e dell’attenzione alla persona. All’interno del consorzio convivono realtà diverse: Arcobaleno, che gestisce il servizio di raccolta differenziata di carta denominato Progetto Cartesio. La cooperativa Oltre il muro, che svolge lavori nel campo del trattamento dati e documenti, nel settore dell’archiviazione ottica e data entry. Dinamo: progettazione e installazione impianti fotovoltaici e molte altre realtà lavorative. Emozionante e ricca di contenuti la visita e l’incontro all’Arsenale della Pace. Attraverso la voce di uno dei tanti volontari e del fondatore Ernesto Olivero abbiamo avuto modo di conoscere la bellezza, la gratuità, la provvidenzialità di una realtà di dono e d’amore frutto della fede. Quello che fino al 1980 era un ex arsenale militare, ristrutturato con il contributo gratuito di migliaia di giovani, donne e uomini di buona volontà, oggi è un monastero metropolitano. Oltre ad essere un centro per i giovani al suo interno ospita una mensa per i poveri, gli alloggi per l’accoglienza, la scuola professionale, l’Accademia della Musica, la scuola per Artigiani e Restauratori. A guidare questa opera la Fraternità della Speranza composta da laici di ogni età, sesso, professione, religione, che hanno detto un sì senza condizioni a Dio e sono vicine all’uomo del nostro tempo. Suggestivi anche i percorsi spirituali proposti dagli organizzatori : la visita all’Abbazia di Novalesa per vivere un momento di spiritualità in preparazione all’adorazione della Santa Sindone con i monaci, il pellegrinaggio al Santuario D’Oropa, nel biellese, nei luoghi cari a Piergiorgio Frassati, la visita ai luoghi della “santità minore” a Torino: la casa del Beato Cottolengo, la chiesa di Maria Ausiliatrice nel quartiere di Valdocco, dove Don Bosco ha fondato il suo primo Oratorio e la Consolata del beato Sebastiano Valfrè. Culmine di tutto l’esperienza la venerazione della Santa Sindone la notte del Sabato, durante la quale gli animatori hanno potuto prendere parte alla Veglia organizzata per i Giovani della Diocesi di Torino. Lo scambio si è concluso domenica con l’incontro con alcuni responsabili della GIOC (Gioventù Operaia Cristiana), la celebrazione della Santa Messa e un momento di verifica. E’ stata un’esperienza veramente significativa, sia per l’accoglienza che per quanto abbiamo avuto modo di conoscere e vedere ogni giorno, ma soprattutto lo è stata per rafforza la convinzione di quanto sia prezioso per le nostra terra e per la nostra diocesi il Progetto Policoro e di come, nel segno della fede, ogni intuizione, ogni sogno, ogni impegno può essere realizzabile.