2 Luglio 2010
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LA POLICORO DI TRIVENTO A ROMA

(Dal quotidiano “Primo Piano Molise” del 28 novembre 2006)

 
Da oggi fino al 2 dicembre al Clarhotel della capitale
La Policoro di Trivento a Roma
Cinque giorni di formazione per i responsabili regionali
Dal centro trignino partono Ciafardini, Fantini e Fuscoletti
di Rita Lena
 
 
TRIVENTO. Da oggi fino al 2 dicembre, presso il Clarhotel di Roma si svolgerà il corso di formazione nazionale del Progetto Policoro che vedrà riuniti tutti i suoi soggetti: animatori di comunità, tutor, membri dei coordinamenti regionali, responsabili nazionali delle pastorali, segreteria CEI, filiere.
Anche la Diocesi di Trivento partecipa con i suoi rappresentanti: Mario Ciafardini (segretario del coordinamento regionale Abruzzo-Molise), Luigi Fantini (animatore di comunità senior), Michele Fuscoletti (animatore di comunità).
“Il Progetto Policoro – ha spiegato l’avvocato Fantini – nasce in Basilicata il 14 dicembre 1995 dall’incontro dei tre delegati nazionali delle pastorali del lavoro, di quella giovanile e della caritas. Comune in provincia di Matera e appartenente alla Diocesi di Tursi-Lagonegro, Policoro (in greco: territorio ampio) trae le sue origini da Heraclea, città della Magna Grecia. Il Progetto, partito in via sperimentale con tre Regioni meridionali (Puglia, Basilicata, Calabria), è oggi attivo anche in Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna. La Diocesi triventina vi aderisce a partire dal 1997. I soggetti promotori del Progetto sono l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro; il Servizio nazionale di pastorale giovanile; la Caritas italiana. Premesso che, non è certo compito della Chiesa risolvere il problema della disoccupazione, né spetta alle comunità cristiane diventare promotori di impresa e di nuova occupazione, ma che l’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita non può certo lasciare insensibile la sollecitudine pastorale di una Chiesa che vuole stare nella storia con amore, ci si è mossi secondo la parola di Pietro che, alla quotidiana richiesta di elemosina di uno storpio innanzi alla porta detta “Bella”, esclamò: “Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”. E’ in questa prospettiva che ci rechiamo a Roma”.