Per quanto si riferisce al lavoro la Chiesa italiana sta intervenendo al Sud con la sua forza educativa, formandole persone a una nuova filosofia occupazionale, che non sia legata al posto fisso e non prenda come modello il Nord, consapevole che lo sviluppo deve essere proporzionato alle risorse del territorio.
È nato così il «Progetto Policoro», che in questi anni, come ha affermato lultimo documento sul Mezzogiorno, 53 ha dato speranza al nostro territorio, educando la gente su una duplice traiettoria: da una parte, spiegando che il lavoro non bisogna solo attenderlo, ma bisogna anche crearlo, sconfiggendo
così una dimensione negativa del nostro essere calabresi: il vittimismo. Dallaltra, sta insegnando a non guardare alle possibilità di lavoro esistenti nel Nord, ma progettando uno sviluppo a noi più consono sulla base delle nostre risorse naturali, umane, culturali e territoriali: agricoltura, turismo, arte e archeologia.
Esso «costituisce una nuova forma di solidarietà e condivisione, che cerca di contrastare la disoccupazione, lusura, lo sfruttamento minorile e il lavoro nero. I suoi esiti sono incoraggianti».54
Il «Progetto Policoro» sta attuando un compito specifico della Chiesa, che è quello di educare i giovani allintraprendere: ha reso «possibile la formazione di animatori di comunità e ha promosso iniziative di scambio e forme di reciprocità. Come tale, costituisce «un modello e uno stimolo a promuovere iniziative analoghe».55
Esorto tutte le comunità parrocchiali a favorire lincontro dei promotori di tale progetto con i giovani e la comunità civile del territorio.
Una parola di incoraggiamento ad andare avanti la rivolgo a coloro i quali hanno dato vita a cooperative sociali, scommettendo sulla speranza e creando così posti di lavoro.
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In allegato larticolo completo (da: Rivista Il Regno documenti n° 5/2011)