15 Aprile 2011
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Una speranza per la Locride

Per quanto si riferisce al lavoro la Chiesa italiana sta intervenendo al Sud con la sua forza educativa, formandole persone a una nuova filosofia occupazionale, che non sia legata al posto fisso e non prenda come modello il Nord, consapevole che lo sviluppo deve essere proporzionato alle risorse del territorio.

 
 
È nato così il «Progetto Policoro», che in questi anni, come ha affermato l’ultimo documento sul Mezzogiorno, 53 ha dato speranza al nostro territorio, educando la gente su una duplice traiettoria: da una parte, spiegando che il lavoro non bisogna solo attenderlo, ma bisogna anche crearlo, sconfiggendo
 
così una dimensione negativa del nostro essere calabresi: il vittimismo. Dall’altra, sta insegnando a non guardare alle possibilità di lavoro esistenti nel Nord, ma progettando uno sviluppo a noi più consono sulla base delle nostre risorse naturali, umane, culturali e territoriali: agricoltura, turismo, arte e archeologia.
 
Esso «costituisce una nuova forma di solidarietà e condivisione, che cerca di contrastare la disoccupazione, l’usura, lo sfruttamento minorile e il “lavoro nero”. I suoi esiti sono incoraggianti».54
 
Il «Progetto Policoro» sta attuando un compito specifico della Chiesa, che è quello di educare i giovani all’intraprendere: ha reso «possibile la formazione di animatori di comunità e ha promosso iniziative di scambio e forme di reciprocità. Come tale, costituisce «un modello e uno stimolo a promuovere iniziative analoghe».55
 
Esorto tutte le comunità parrocchiali a favorire l’incontro dei promotori di tale progetto con i giovani e la comunità civile del territorio.
 
Una parola di incoraggiamento ad andare avanti la rivolgo a coloro i quali hanno dato vita a cooperative sociali, scommettendo sulla speranza e creando così posti di lavoro.
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In allegato l’articolo completo (da: Rivista “Il Regno documenti” n° 5/2011)