Formazione regionale AdC Progetto Policoro Basilicata

“Occorre ripartire dalla storia delle persone, dal disagio vissuto per capire il disagio taciuto, quello che c’è dietro“, queste le parole con cui Pietro Bianchi, vice direttore del Ce. St. Ri. M. (Centro studi e ricerche sulle realtà meridionali – associazione di volontariato ONLUS), giovedì 26 marzo, ha aperto l’incontro di formazione regionale per gli animatori di comunità della Basilicata presso la sede del Ce. St. Ri. M. a Potenza.

 
Sin dalla nascita l’Associazione si è prefissa di comprendere e conoscere i bisogni e le povertà presenti sul territorio al fine di attuare misure di contenimento dell’esclusione e del disagio sociale, attraverso 2 distinte, ma complementari azioni:
• lettura del territorio e conoscenza delle povertà, con particolare riferimento alle povertà nascoste e sommerse, e attuazione di interventi immediati mirati ad arginare situazioni di degrado ed estrema emarginazione;
• realizzazione di progetti, anche d’intesa con le Amministrazioni pubbliche, allo scopo di sostenere gli Enti locali nell’attuazione di politiche sociali innovative che vadano oltre la fase dell’assistenzialismo e dell’emergenza, e cioè verso la logica della promozione umana e della cittadinanza attiva.
I servizi offerti dal centro studi riguardano i seguenti ambiti: legalità (educazione alla legalità attraverso percorsi da realizzare nelle scuole, prevenzione di comportamenti illegali, denuncia di ogni forma di malavita organizzata), economia della solidarietà (diffusione della cultura antidebito, del debito responsabile), inclusione sociale (recupero e reinserimento sociale di soggetti svantaggiati), giustizia sociale (educazione alla giustizia sociale e denuncia dei meccanismi e sistemi economici ingiusti), finanza etica, libertà (condanna di ogni tipo di discriminazione razziale, culturale, etica o religiosa), cooperazione allo sviluppo in favore delle popolazioni del terzo mondo.
E’ proprio partendo dall’ascolto del bisogno si è cercato di dare delle risposte alle esigenze concrete del territorio. Nasce così la Fattoria Burgentina, una fattoria didattica con sede in una struttura abbandonata nei pressi di Potenza, una struttura permeabile, aperta al territorio, un luogo di incontro e di accoglienza di persone con handicap medio-lievi con l’obiettivo di far incontrare queste persone con il territorio.
Dall’ascolto del territorio emerse un altro problema: la tratta delle donne. Di qui la necessità di realizzare un percorso che andasse a favorire il reinserimento sociale delle persone. Nasce così il progetto “Donna e libera” attraverso il quale le ragazze liberate dalla tratta e/o dallo sfruttamento in servitù o schiavitù, dopo aver seguito un percorso di reinserimento socio-lavorativo e di accompagnamento psicologico, vengono aiutate a diventare indipendenti ed autonome quindi libere. Dal 2003 vengono ospitate nel Centro Aurora una struttura autogestita con il supporto di un educatore. All’interno ci sono dei laboratori che permettono, attraverso il lavoro, di arrivare ad una gestione economica quasi autonoma della struttura.
L’adesione a Libera è significato studiare il territorio con occhi diversi. Il risultato ha portato ad una presa di coscienza della presenza in Basilicata della mafia autoctona organizzata e quindi traffico di droga e di armi e usura.
Per far fronte a tutto ciò occorreva un volontariato che avesse competenze tecniche appropriate. Nasce così nel 2002 la Fondazione antiusura Interesse Uomo che vede come soci fondatori il Ce. St. Ri. M., l’Amministrazione Provinciale di Potenza e l’A. n. c. i. di Basilicata. La Fondazione, avvalendosi dei fondi previsti dall’art. 15 della legge 108/96, oltre ad un lavoro di ascolto e di accompagnamento offerto alle tante persone a rischio di usura, interviene economicamente per risolvere le varie situazioni debitorie ed evitare così la fatale morsa degli strozzini. Il tutto attraverso i centri di ascolto del Ce. St. Ri. M..
Al momento le linee economiche di intervento che la Fondazione ha la possibilità di offrire, esclusivamente a quanti risiedono nella Provincia di Potenza, sono di tre tipi:
1. il Fondo antiusura, finanziato dal Ministro del Tesoro e destinato a chi particolarmente indebitato non ha più la possibilità di accedere al credito bancario e per questo è a rischio usura;
2. il credito etico, finanziato dall’Amministrazione Provinciale di Potenza, destinato a lavoratori autonomi e liberi professionisti, a piccole attività commerciali, artigianali e agricole che per motivi del tutto eccezionali e non direttamente connessi a crisi d’impresa, abbiano contratto debiti per far fronte ad una congiunturale crisi di liquidità, con conseguente difficoltà di accesso al credito bancario; a lavoratori che avendo redditi non sufficienti hanno difficoltà nel pagare le rate relativi al mutuo casa; a coloro che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario, anche extracomunitari, perché titolari di contratti di lavoro atipici;
3. il Fondo Microcredito diretto per le emergenze, finanziato da donazioni liberali e in modo particolare della Sezione Lucana dell’Unitalsi di Potenza e destinato a quanti hanno immediato bisogno di soldi per risolvere situazioni di particolare urgenza.
L’intervento della Fondazione si attua attraverso prestiti bancari erogati dalla Banca Popolare Etica in virtù di una convenzione stipulata con essa. A qualunque dei tre fondi si chiede di accedere i criteri di meritevolezza in base ai quali la Fondazione, attraverso il comitato tecnico di valutazione e l’ufficio progetti, può intervenire si rifanno a quelli previsti dall’art.15 della legge 108/96 e cioè effettivo bisogno del richiedente, serietà della ragione dell’indebitamento connessa allo stato di bisogno, capacità di rimborso in base al reddito o alla situazione patrimoniale , fondate prospettive di sottratte l’indebitato all’usura.
Dal 2 febbraio 2009 ad oggi le richieste di acceso al credito sono state 150.
Tutto ciò evidenzia un profondo malessere di carattere economico e sociale.
A introdurre i lavori il coordinatore regionale, Liberato Canadà, che ha invitato gli animatori a mettere a valore ciò che si sarebbe ascoltato cercando di dare avvio a delle collaborazioni tra le attività dei Centri servizi diocesani e le realtà conosciute attraverso la relazione di Pietro Bianchi e i servizi da esse erogati.
Nel pomeriggio con la segretaria regionale, Elena Muscela, è stata fatta una lettura e discussione delle relazioni-programmazioni mensili dei singoli animatori per una condivisione delle attività, la programmazione delle attività regionali e nazionali (sono stati informati gli AdC che sul sito web del Progetto Policoro è già possibile fare l’iscrizione per la partecipazione alla formazione nazionale dal 7 al 13 maggio p.v.) previste nei prossimi mesi e un confronto sulla proposta di creare un foglio di collegamento tra le diocesi.
Con il coordinatore regionale si è discusso sull’utilizzo della rivista Valori che tratta tutte le questioni relative al mondo dell’economia e della finanza in maniera approfondita denunciandone le ingiustizie, evidenziandone le implicazioni sui comportamenti individuali e sulla vita della società civile a livello locale e globale e promuovendo le esperienze, le progettualità e i percorsi dell’economia sociale e sostenibile ovvero rispettosa dell’ambiente e dei diritti delle persone e dei popoli. Perciò promuove comportamenti responsabili, il dialogo tra le istituzioni pubbliche e private, la creazione di reti e relazioni sociali, la diffusione delle buone prassi esistenti e che rappresenta un sostegno al lavoro che l’AdC è chiamato a svolgere.
Naturalmente l’incontro ha avuto inizio con la preghiera coordinata da don Giordano Stigliani, assistente ecclesiastico di Confcooperative Basilicata.
 
Acerenza, 2 aprile 2009
Muscela Elena
Segretaria regionale coordinamento diocesi Basilicata